Frasi per Giacomo tratte da opere varie

Questa è una raccolta di frasi dedicate a Giacomo, tratte da opere varie.

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O Grande Spirito,
la cui voce odo nei venti
e il cui alito dà la vita al mondo,
ascoltami!
Fammi camminare nella bellezza, fa che i miei occhi
sempre contemplino il rosso e il viola del tramonto.
Che le mie mani rispettino le cose che hai creato
e il mio udito si affini per ascoltare la tua voce.
Fammi comprendere gli insegnamenti che hai celato
in ogni foglia e in ogni pietra.
Cerco la forza, non per essere più grande del
mio fratello,
ma per combattere il mio peggior avversario:
me stesso.
Fa che io sia sempre pronto a venire da te
con le mani pulite e lo sguardo diritto.
Così quando la vita svanisce, come svanisce il tramonto,
il mio spirito potrà venire a te senza vergogna.

(Nativo Americano)

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“in ogni uomo abita una sua propria innocenza l’amore e il suo opposto l’odio, sono il vero e proprio studio della vita, perché solo essi traggono le conseguenze dagli altri individui.

L’uomo scopre nel mondo solo quello che ha già dentro di sé, ma ha bisogno del mondo per scoprire quello che ha già dentro di sé, a questo sono però necessarie l’azione e la sofferenza.

Vi è una differenza decisiva, tra gli uomini che possono contenersi di fronte agli altri come spettatori e quelli che condividono sempre con gli altri il dolore, la gioia, la colpa, questi sono i veri viventi.

La maggior parte degli uomini non sente, crede di sentire, non crede, crede di credere, pochissimi sono coloro che hanno veramente voluto anche per un attimo solo della loro vita o hanno veramente amato”

Hugo Von Hofmannsthal - “Il libro degli amici”

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E mi confidò ancora:
“Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare”.
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora” disse la volpe, “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, comincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti”.
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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E siccome le sue labbra semiaperte abbozzavano un mezzo sorriso mi dissi ancora: “Ecco ciò che mi commuove di più di questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore, è l’immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dorme...” E lo pensavo ancora più fragile. Bisogna ben proteggere le lampade: un colpo di vento le può spegnere...
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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Ma sebbene ciascuno aneli a uscire da sé stesso come da una prigione che l’odia e lo trattiene un miracolo immenso accade nel mondo ogni vita lo sento viene vissuta.

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Ogni amico costituisce un mondo dentro di noi un mondo mai nato fino al suo arrivo ed è solo tramite questo incontro che nasce un nuovo mondo.

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“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano che cade nella terra non morrà, resterà solo: ma se morrà, darà molti frutti.
Vangelo Secondo Giovanni XII, 24

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“Mi domando” , disse, “se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua. Guarda il mio pianeta, è proprio sopra di noi ma come è lontano!”
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose. “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente”, disse, “nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo” E le rose erano a disagio. “Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora, “Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa...”
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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“E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: “Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!”
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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“Fa bene l’aver avuto un amico, anche se poi si muore. Io, io sono molto contento d’aver avuto un amico volpe... “
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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“E’ come per il fiore. Se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite”.
Antoine de Saint-Exupéry - “Il Piccolo Principe”

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Dio ti ama di amore privilegiato e unico
Tutto è suo disegno d’amore

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La via di ogni uomo

La canzone che ho cantato per te è quella
che canto per ultima durante la cerimonia,
appena prima dell’alba.
È l’Aquila, che spiega le sue ali e sale verso l’alto
respirando profondamente la sua gioia.
Sono io quell’Aquila.
La via di ogni uomo gli viene mostrata
All’interno del suo stesso cuore.
Lì può vedere tutte le verità della vita
e dello spirito.

Preghiera Cheyenne

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IL VIAGGIO
A Maxime Du Camp

Per il fanciullo, innamorato di carte e di mappe,
l'universo è uguale alla sua vasta brama.
Ah, com'è grande il mondo al chiaror delle lampade!
E com'è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!

Partiamo un mattino, col cervello pieno di fiamme,
e andiamo, docili seguendo il ritmo delle onde,
cullando il nostro infinito sul finito dei mari:

alcuni, lieti di fuggire una patria infame,
altri, l'orrore delle loro culle, e certuni,
astrologhi annegati negli occhi di una donna,
la tirannica Circe dai pericolosi profumi.

S'inebriano
di spazio e di luce e di cieli infocati;
il ghiaccio che li morde, i soli che li abbronzano,
lentamente cancellano il segno dei baci.

Ma i veri viaggiatori son solo quelli che partono
per partire: coi cuori leggeri, simili ai palloni,

e dal proprio destino mai si separano
e, senza sapere perché, sempre dicono: Andiamo!

quelli i cui desideri hanno forma di nuvole,
e che sognano, come il coscritto il cannone,
voluttà vaste, mutevoli, ignote,
di cui lo spirito umano ignora sempre il nome.

Noi imitiamo la trottola e la palla
nel loro valzer e nei loro balzi; perfino nel sonno
la Curiosità ci tormenta e ci voltola
come un angelo crudele che sferzi dei soli.

Singolare destino in cui la meta si sposta
e, non essendo in alcun luogo, può essere ovunque!
in cui l'Uomo, dalla speranza mai stanca,
per trovare riposo corre sempre come un pazzo!

L'anima nostra è un tre-alberi che cerca la sua Icaria;
una voce risuona sul ponte: «Apri gli occhi!».
Dalla coffa una voce, ardente e folle, grida:
«Amore... gloria... felicità! ». Per l'inferno! è uno scoglio!

Ogni isolotto segnalato dall'uomo di vedetta
è un Eldorado promesso dal Destino:
la Fantasia che all'orgia s'appresta
non trova che un frangente di chiarori del mattino.

Oh, il povero innamorato dei paesi chimerici!
S'ha da metterlo in ceppi, da gettarlo nel mare,
quel marinaio ubriaco, inventore d'Americhe,
il cui miraggio rende l'abisso più amaro?

Così il vecchio vagabondo, sogna,
col naso in aria, fulgidi paradisi.

Stupefacenti viaggiatori! quali nobili storie
leggiamo nei vostri occhi profondi come i mari!
Mostrateci gli scrigni delle vostre ricche memorie,
quei gioielli mirabili, fatti d'astri e di spazi!

Noi vogliamo viaggiare senza vapore né vela!
Fate passare sui nostri spiriti tesi come una tela
i vostri ricordi incorniciati d'orizzonti.

Dite, che avete visto?

«Abbiamo visto astri e flutti;
abbiamo visto anche sabbie;
e, malgrado molti urti e imprevisti disastri,
ci siamo spesso annoiati, come qui.

La gloria del sole sul mare violetto,
la gloria delle città nel sol declinante,
ci accendevano in cuore un inquieto ardore
di tuffarci in un cielo dal riflesso allettante.

Ma le più ricche città, i più grandiosi paesaggi
non contenevano mai il fascino misterioso
di quello che il caso crea con le nuvole.
E sempre il desiderio ci rendeva pensosi!

- Il godimento, si sa, rafforza il desiderio!
Desiderio, vecchio albero, il piacere è il tuo concime,
mentre ingrossa e s'indurisce la tua scorza,
i tuoi rami voglion vedere il sole più da vicino!

Crescerai sempre, grande albero più vivace
del cipresso? - »

E poi, che altro avete visto? Dite!
Amaro sapere, quello che si trae dal viaggio!

Il mondo, monotono e piccolo, oggi come ieri e
domani e sempre, ci fa vedere la nostra immagine:
un'oasi d'orrore in un deserto di noia!

Bisogna partire? Restare? Se puoi restare, resta;
parti se necessario. C'è chi corre e c'è chi s'accovaccia,
per ingannare il nemico vigilante e funesto:
il Tempo! Vi sono, ahimè, corridori senza tregue,

come l'Ebreo errante e come gli apostoli,
ai quali nulla basta, né treno né nave,
per sottrarsi all'infame reziario; c'è qualcun altro, invece,
che sa ucciderlo senza lasciare la sua casa.

Quand'egli infine ci metterà il piede sulla schiena,
potremo sperare e gridare: Avanti!
Come un tempo partivamo per la Cina,
con gli occhi fissi al largo ed i capelli al vento,

così c'imbarcheremo sul mare delle Tenebre
col cuore gaio d'un giovane passeggero.
Udite quelle voci deliziose e funebri,
che cantano: «Per di qua voi, che volete mangiare

il profumato Loto! è qui che si vendemmiano
i frutti prodigiosi di cui il cuor vostro ha fame;
venite e inebriatevi della dolcezza strana
di questo pomeriggio senza fine!».

Oh Morte, vecchio capitano, è tempo, leviamo l'àncora!
Questo paese ci annoia, oh Morte. Salpiamo!
Se il cielo e il mare son neri come l'inchiostro,
i nostri cuori, che tu conosci, son colmi di raggi!

Mescici il tuo veleno perché ci riconforti!
Vogliamo, quanto questo fuoco ci brucia il cervello,
tuffarci nell'abisso - Inferno o Cielo, che importa? -
in fondo all'Ignoto, per trovare il nuovo!

Charles Baudelaire